painting by : Noumeda Carbone
La Bioenergetica lavora sulle corazze fisiche per liberare l’energia vitale e sviluppare la crescita naturale dell’individuo partendo dal presupposto che la coscienza del corpo sia il ponte fra la coscienza dell’io e l’inconscio.
Nel corpo risiedono la nostra memoria, i nostri blocchi ma anche le nostre risorse e la possibilità di amare e di essere amati, attraverso il tocco e l’esperienza reale.
Interessante in questo testo scoprire come per Alxander Lowen sia importante il rapporto fra la voce e il corpo (Cap. IV) per aprire degli spiragli nelle corazze fisiche che si era costruito inconsapevolmente e che tenevano il suo cuore in gabbia.
Infatti gli esercizi bioenergetici prevedono di liberare anche il suono durante la pratica, perché la voce è un canale espressivo fondamentale. E l’analisi del tipo di voce ci dà indizi sulla personalità e sullo stato vitale dell’individuo.
Parlando sempre di corazze nel Cap. X l’autore analizza l’atteggiamento di tipo mistico (rivolto verso l’interno) e quello meccanicistico (rivolto verso l’esterno):
‘Se la nostra cultura attuale e lo stato di coscienza che rappresenta possono essere definiti meccanicistici, la reazione contro di essa porterà al misticismo.’ Ma Lowen ci mette in guardia evidenziando che in entrambi i casi troviamo una corazza, un muro che ci isola:
‘Il mistico vive nel mondo interiore e si è dissociato dagli eventi esterni. Per lui la legge della causalità è irrilevante; l’unica cosa che conta è cercare di restare in contatto con il suo nucleo pulsante. Se cerca di coinvolgersi nel mondo degli oggetti dovrà attraversare il muro e andare dall’altra parte, ma così perderà il contatto con il proprio centro. Il meccanicista, che è dall’altra parte del muro, ha perso contatto con il centro. L’unica cosa che sente o che vede è il suo modo di reagire causalmente agli eventi, e così è convinto che la vita sia puramente una questioni di riflessi condizionati.’
Quindi l’unica soluzione non è schierarsi da un lato o dall’altro, ma abbattere il muro della corazza che ci siamo costruiti per difenderci, e mantenere così in comunicazione diretta il nostro nucleo con il mondo esterno: il nostro nucleo Lowen lo identifica con il Cuore.
Il Canto ha la proprietà di essere sia un atto rivolto verso l’interno, nella ricerca della proprio suono e della propria ispirazione; sia un atto rivolto verso l’esterno, al di là del corpo, causando una serie determinata di reazioni in potenziali uditori ed essendo condizionato da essi. Quindi assumere un atteggiamento esclusivamente mistico o meccanicistico sarebbe un errore anche nella ricerca vocale.

La Grazia dell’artista risiede nel momento in cui è connesso al suo nucleo/sorgente e allo stesso tempo al mondo esterno, a chi lo ascolta.
Per esperienza, penso che la Bionergetica possa essere funzionale al Canto, in quanto mira a connettere l’individuo con il suo corpo e con il suo cuore, e a sciogliere le tensioni muscolari che impediscono il fluire libero dell’energia vitale nonché della vibrazione. Molti esercizi bioenergetici infatti sono stati adottati dal metodo di Kristin Linklater.
Credo anche che il Canto in Sé possa essere funzionale alla Bionergetica e al benessere psico-fisico, aiutando i processi di flusso fra l’interno e l’esterno, l’aumento dell’energia vitale e la libera espressione.
Alla luce di questo possono sorgere delle riflessioni utili al Canto.
Il mio corpo è radicato, libero dalle tensioni, per poter cantare a suo agio?
Quando canto sto cercando una connessione intima con me stessa oppure una connessione con gli altri? Riesco ad essere capace di fare entrambe le cose?
Il mio canto rappresenta me o qualcosa che va al di là di me?
Quando canto sto facendo col cuore aperto, senza paura?
…
grazie alla supervisione della
Dott.ssa Roberta Leone Psicoterapeuta
Datura Martina Lo Conte
Firenze, 22 luglio 2017